La microbiologia dei pazienti con Fibrosi Cistica nell’era dei modulatori
Dott.ssa Martina Rossitto, UOC microbiologia
La terapia con Kaftrio ha rivoluzionato il trattamento della fibrosi cistica (FC) per la maggior parte dei pazienti. Questa combinazione di tre principi attivi (ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor), assunta in combinazione con il Kalydeco (ivacaftor), ha dimostrato di poter migliorare la capacità polmonare, la stabilità clinica e la qualità di vita dei pazienti FC. A livello polmonare, Kaftrio non solo migliora le difese immunitariedell’ospite e l’efficienza dei fattori antimicrobici presenti nelle vie aeree, ma migliora anche la clearance mucociliare polmonare. Questi effetti si ripercuotono sui batteri presenti nel polmone, che si ritrovano improvvisamente in un ambiente fortemente modificato, costretti ad adattarsi per sopravvivere.
A lungo ci si è chiesti quali sarebbero stati gli effetti di Kaftrio sulle infezioni polmonari croniche, soprattutto alla luce delle esperienze con i precedenti modulatori. Ad esempio con Ivacaftor, dopo una prima apparente eradicazione, dal secondo anno di trattamento si assisteva alla ricomparsa degli stessi identici ceppi di Pseudomonas aeruginosa presenti prima dell’assunzione del farmaco. Un primo importante studio sugli effetti di 6 mesi di trattamento con Katrio, aveva messo in evidenza una riduzione della carica batterica dei batteri che colonizzavano oltre 200 pazienti. In particolare, emergeva che una minoranza di pazienti inizialmente positivi per i microrganismi più comuni in FC (Staphylococcus aureus e P. aeruginosa) non presentavano più questi batteri all’esame colturale. Tuttavia, il DNA dei patogeni presenti prima del trattamento continuava ad essere ritrovato nell’espettorato anche in corso di terapia con modulatore, sollevando il dubbio che l’infezione persistesse, probabilmente annidata nelle aree maggiormente danneggiate del polmone, nonostante le colture negative.
Studi successivi, con un monitoraggio dei pazienti esteso oltre i primi 6 mesi di trattamento, hanno evidenziato come generalmente i patogeni FC (S. aureus, P. aeruginosa, Burkholderia cepacia complex, ecc)non vengano persi, sebbene possa essere difficile ritrovarli nell’esame colturale soprattutto nei primi mesi di trattamento. Difficoltà esasperata da una produzione di espettorato drasticamente diminuita con Kaftrio, tanto che monitorare le infezioni delle vie aeree da patogeni come P. aeruginosa rappresenta una nuova sfida per il Laboratorio di Microbiologia.
Anche tra i pazienti del nostro centro abbiamo osservato un’importante riduzione nella produzione di espettorato: tra il 2021, anno in cui molti pazienti hanno iniziato ad assumere Kaftrio, e il 2024, il numero di espettorati ricevuti dal nostro Laboratorio si è ridotto di oltre il 60%. Con conseguente difficoltà tecnica nel ritrovare quei batteri che colonizzavano i pazienti fino a pochi mesi prima a causa di campioni che non rispecchiano fedelmente quel che si annida nel polmone. Passati i primi mesi (a volte anni) però, complici le prime riacutizzazioni e il concomitante aumento di secrezioni, le vecchie colonizzazioni sono riemerse.
In questi circa 3 anni di trattamento con Kaftrio infatti, abbiamo riscontrato una generale persistenza dei batteri colonizzanti nel periodo precedente, come nel caso della Burkholderia, apparentemente persa solo da 1 dei 7 pazienti colonizzati. Per quanto riguarda P. aeruginosa, ad un primo sguardo i nostri dati mostrano che solo 2 pazienti sui 35 in terapia con Kaftrio analizzati, hanno probabilmente eradicato il ceppo di P. aeruginosa che li colonizzava in precedenza. Ma guardando più nel dettaglio i restanti 33 pazienti, emerge che altri 3 pazienti hanno perso il vecchio ceppo colonizzante e ne hanno acquisito uno nuovo, probabilmente più adatto al nuovo ambiente polmonare. Nei restanti casi, si osservano forme più o meno evidenti di adattamento e ricerca di nuovi equilibri.
Queste evidenze sulla persistenza dei batteri nei polmoni dei pazienti FC, anche durante il trattamento con modulatore, ci dice che non possiamo abbassare la guardia, continuando a monitorare lo stato di colonizzazione polmonare con la stessa frequenza di prima e, forse, con ancora maggiore attenzione.
Carica batterica= la conta delle colonie di una singola specie batterica riportata nel referto della microbiologia
Clearance mucociliare = nel polmone sono presenti delle speciali cellule dotate di cilia (non è un errore, sono come le ciglia ma si chiamano proprio cilia) che muovendosi ritmicamente muovono verso l’alto il muco che riveste i polmoni per elimianre tutto ciò che vi si resta intrappolato (polvere, pollini, batteri..tutto ciò che entra con la respirazione). Il muco denso, caratteristico del polmone FC, ne impedisce il corretto funzionamento, ma l’azione di Kaftrio ripristina l’idratazione del muco e le cilia possono tornare a lavorare correttamente.
nostri dati= La prosecuzione dello studio sull’adattamento di P. aeruginosa finanziato da LIFC Officium è stato finanziato, per tre anni a partire dallo scorso anno, dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (FFC#15/2024)





