La mia vita salata in Cina

La mia vita salata in Cina

Di Azzurra Cupini

“C’era una volta una bambina, che voleva andare in Cina…”. E’ con questo incipit da fiaba, che sento di voler iniziare questo brave racconto della mia vita.

Sono Azzurra, una ragazza del 92′, nata nella provincia di Frosinone. A pochi mesi dalla mia nascita, tramite test del sudore, i medici confermarono ai miei genitori, che ero affetta da fibrosi cistica. Iniziò, così, la mia vita di “bambina salata”; maledetta e benedetta al tempo stesso.

La mia forma di fibrosi cistica, grazie al cielo, è sempre stata molto lieve a livello polmonare e non ho mai sofferto di una forma pancreatica. Quel che, però, mi ha sempre provocato molti problemi è stata la perdita massiccia di sali minerali, attraverso il sudore. A cinque anni ebbi un episodio lipotimico molto grave, per il quale venni ricoverata al “Bambino Gesù” di Roma. Da quel momento in poi, iniziarono le mie terapie e il mio percorso di cura, presso la struttura.

Della mia infanzia con la FC ho ricordi molto nitidi: ricordo mia madre, che batteva la mia schiena, per spingermi a tossire e a sputare il catarro; i momenti in cui dovevo fare l’aerosol e, puntualmente, facevo sempre qualche capriccio, perché non ne avevo alcuna voglia. Ma la cosa, che ricordo con più nitidezza e che mi ha sempre accompagnata lungo la crescita, senza lasciarmi mai, è stata il sapore agrodolce del Dicodral all’arancia, sciolto nelle bottigliette d’acqua, durante i mesi estivi.

Fin dall’ infanzia, la mia vita è stata scandita da medicine, controlli e terapie, per tenere sotto controllo la malattia, con la paura e il rischio che potesse sempre peggiorare.

Della mia infanzia, però, ricordo anche tanto altro: ero una bambina sognatrice e creativa, che faceva tanti viaggi con mamma e papà, che amava il disegno e gli animali, con tanta curiosità e voglia di scoprire cose nuove ogni giorno.

A un certo punto, mi accorsi di essere fortemente attratta dall’Asia e dalle culture orientali. Ho sempre amato tanto l’Oriente e, fin da piccola, sognavo di andare a vivere lì un giorno! Fu così, che a dodici anni iniziai a studiare da sola, prima il giapponese e, poi, passai allo studio del cinese. Finita la Maturità, proprio per la mia grande passione, decisi di frequentare il corso di lingue orientali all’università “la Sapienza” di Roma. In seguito, nel 2019, dopo aver conseguito la laurea triennale, decisi di andare a vivere e a studiare ad Hangzhou (una città a sud di Shanghai) per quattro mesi. Prendere la decisione di andare a vivere in Cina non fu facile. Se, da una parte, i miei genitori mi appoggiavano e volevano vedermi felice, dall’altra erano molto preoccupati, sia perché sarei andata laggiù tutta sola, sia per come avrei potuto curare la malattia in un posto così lontano. Molti, prima di partire, mi avevano anche intimorita, dicendomi che avrei avuto problemi, a causa dell’inquinamento.

Personalmente, non ho mai avuto problemi a prendermi cura della FC in Cina, perché sono abituata a farlo in Italia tutti i giorni.

Ad alcuni sembrerà strano, ma non ho mai sofferto il problema dello smog. Sarà, perché Hangzhou è una città ricca di zone verdi e molto più piccola, rispetto a metropoli come Pechino o Shanghai, ma non ho mai avuto problemi polmonari, vivendo lì.

Almeno per me, il problema più grande è stato sopportare il clima caldo/umido di inizio Settembre, per cui bevvi tanti integratori di sali minerali in quel periodo.

Parlando in generale, i problemi più seri da affrontare, per un malato di FC in Cina sono principalmente due: in Cina la sanità non è pubblica e bisogna essere coperti da assicurazione sanitaria, per poter accedere alle cure. Inoltre, alcune abitudini, come il bere e il fumare insieme, rappresentano un fattore di aggregazione sociale per i cinesi, oltre che un modo di stringere relazioni, anche lavorative! Può, quindi, essere un bel problema, per chi come noi malati FC non può subire il “fumo passivo” e assumere troppo alcool!

A parte questi piccoli inconvenienti, che ho saputo affrontare con praticità e intelligenza, i quattro mesi passati ad Hangzhou sono stati i più belli, formativi e entusiasmanti della mia vita!!!

Purtroppo, a Gennaio 2020, con lo scoppio della pandemia, il mio sogno di restare in Cina è stato brutalmente spezzato!!!

Ho passato due anni molto difficili, tra stress e lacrime, perché ho dovuto dire addio al mio sogno e ho dovuto fare costantemente i conti con la paura di ammalarmi.

Non so ancora come sarà il futuro e cosa mi porterà, ma oggi sono già più serena. So che non ho nulla da temere;

sono pronta ad affrontare le difficoltà e ho la fortuna di stare molto meglio di tanti fratelli e sorelle “genetici”. So che non permetterò mai a nessuno, né a un virus, né alla malattia, di fermarmi e impedirmi di realizzare i miei sogni più grandi!!! Spero tanto che i miei polmoni possano continuare ad essere le forti ali della libertà, che fino ad oggi mi hanno portata lontano, per raggiungere tutte le mie mete e i miei obiettivi più importanti!!! Per il futuro, mi auguro di tornare presto in Asia e tornare dal mio Amore, il mio dolce samurai dai grandi occhi a mandorla!!!

A presto!

Azzurra

PS: Nelle foto siamo Io e il mio ragazzo taiwanese e il Padiglione della Grande Armonia sul lago Occidentale di Hangzhou

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